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Le grandezze del suono
Il
suono, che udiamo mercè le orecchie e i centri acustici corticali, è limitato a un solo piano di percezione. Se le onde sonore esistono sul piano cosciente, devono
esistere pure su piani più sottili. L'orecchio umano ha una gamma di
percezioni assai limitata. Gatti, delfini, pipistrelli e numerosi altri
animali hanno, invece, un udito talmente fino da
percepire frequenze non udibili dall'orecchio umano. All'elevarsi la
frequenza, le nostre orecchie non vibrano più, benché il suono sussista. Allo
stesso modo, il respiro emette onde sonore che, anche se non si odono, penetrano
gli strati più profondi della coscienza. Più il respiro s'affina,
più, cresce la frequenza del suono. Esso viene
percepito dal subconscio, poi dall'inconscio e, infine, dal superconscio in
cui diviene suono trascendente.
Siamo incapaci, normalmente, in quanto incoscienti di queste regioni
psichiche, di percepirvi i suoni. I centri cerebrali interessati non sono,
infatti, attivi. che vi si manifestano ci divengono
udibili. Ugual principio s'applica alle vibrazioni inconscie
e trascendenti. Per
cui, gli antichi Rishis, gli Yoghi
che, tramite meditazione, potevano raggiungere piani di
coscienza profondissimi, coglievano suoni prodotti dalle vibrazioni
più frequenti. Prima d'arrivare allo stato trascendente, udivano il suono che
s'accompagna a inspiro ed espiro, hamsohamsoham. Il
suono esiste pure come Turiya, ma non c'è psiche
individuale che lo possa percepire. E questo il
suono con il quale l'Universo vibra, la vibrazione di AUM. Nell'inconscio, è il
suono Hamso. Il
velo fra Ham (Shakti
- Jiva individuale), e So (Shiva - Coscienza cosmica)
dilegua al dileguare i limiti della psiche individuale. Il suono del respiro
è perciò un legame tra le esperienze ordinaria e
trascendente. |
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Il Mantra
del respiro
Quale relazione c'è fra Mantra e respiro? Un Mantra è
più che una vibrazione sonora. La parola Mantra ha
due radici: man, che significa contemplazione e tra, che significa
liberare. Il Mantra del respiro, a percepirlo,
fornisce alla coscienza l'energia necessaria per uscire dai limiti della
psiche. La radice man significa anche riflessione
(manana). Il Mantra
conduce perciò a liberarsi tramite la riflessione, e il processo si attua con
il respiro. Attraverso la riflessione sul suono che produce, il respiro
diventa cosciente e la psiche s’assorbe in tale manifestazione. Allora, la
coscienza si stacca dal mondo sensoriale e s'unisce alla vibrazione sonora
sul piano più profondo dell'intelletto. |
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Lo Yantra
del respiro
Liberarsi
dall’intelletto, affermano le Upanishad, la
coscienza sì, libera anche del Samskaras e del Karma. Che
rapporto dunque c'è fra intelletto e Karma? Ciascuna esperienza
legata ai cinque organi di senso e ai cinque organi
d'azione è custodita nel subconscio e nell'inconscio sotto una forma
geometrica chiamata Yantra o archetipo. Visione d'un oggetto, percezione d'un odore, gioia, tristezza,
sono esperienze custodite in parvenze simboliche, come le molecole di DNA
sono una rappresentazione completa della struttura genetica. Tale immagine simbolica
particolare si chiama Yantra. il
respiro ha per esempio i suoi Mantra (la
vibrazione, acustica) e Yantra (immagine
simbolica). Ripetere il Mantra sul respiro conduce
l'intelletto sul piano subconscio e poi, inconscio. All'assorbirsi la
coscienza negli strati profondi dell'intelletto e al liberarsi da ogni
distrazione esteriore, lo Yantra del respiro si
manifesta e diventa un'esperienza viva. La riflessione sullo Yantra consiste perciò a concentrarsi, finché
l'intelletto raggiunga il punto finale d'illuminazione. Raggiunto questo
punto, in cui lo Yantra si manifesta, avviene
un'esplosione d'energia. Tale evento è riferito nei Tantra,
che affermano come, all’unirsi nel nucleo i due poli di relatività (Shiva e Shakti, ossia Tempo e
Spazio) si produce un esplosione da cui sgorga
l’esistenza. Ciò può far pensare che la concentrazione sullo Yantra del respiro conduca alla cosiddetta «esperienza
d'esplosione».
Yantra per la meditazione - Nepal; XVIII secolo
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Concentrazione
dell'intelletto
Concentrarsi sul Mantra o lo Yantra del respiro
è uno dei metodi più efficaci per condurre all’introversione una psiche
agitata. Il processo comprende quattro
tappe: introversione (Pratyahara), concentrazione (Dharana), meditazione (Dhyana)
e, finalmente, trascendenza (Samadhi). Le quattro tappe
rappresentano la distanza fra i due poli, psiche e percezione. Durante Pratyahara i poli tempo-spazio si cominciano
a separare dalla percezione cosciente normale. In Dharana,
raggiungono punti opposti, in Dhyana, si cominciano
a riavvicinare, e in Samadhi, si fondono nel
nucleo. Allora l’esplosione si
produce, l’attenzione al Mantra è lasciata alla
realtà dell’intelletto finito, e la coscienza esce dall'esperienza
individuale limitata, rappresentata da Soham, per
tuffarsi nell'esperienza cosmica di Aum. Swami Satyananda Saraswati
“ Hari Om Tat Sat ”
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