SWARA YOGA

 

 

 

 

 

 


Suono e forma dello Swara

 

Nello Swara Yoga, la funzione respiratoria è presentata in maniera rigorosamente scientifica. Rivolta l'attenzione verso il suo fruscio, il respiro diventa il mezzo che permette d'attraversare gli strati superficiali della psiche e accedere alle esperienze superiori, sfuggendo all'influenza dei sensi.

Il respiro, secondo Yoga e Tantra, è animato dal Prana, che lo fa vibrare. Producendo, ogni vibrazione, un suono, anche il respiro ne produce uno, particolare, udibile su un dato piano della coscienza.                

Nello “Yoga Chudamani Upanishad” si afferma, «il respiro produce, uscendo, il suono Ham ed, entrando, il suono So.

Lo Jiva ripete il Mantra Hamso 21.600 volte ogni 24 ore». L'Upanishad afferma poi come la ripetizione cosciente di Soham conduca il Mantra a manifestarsi, in maniera udibile, nell'orecchio interno. Udire questo suono libera dal Karma e dai Samskaras (archetipi mentali atavici). Vediamo ciò più da presso e studiamo il Mantra del respiro ed i suoi effetti sui diversi piani psichici di coscienza.

 

Le grandezze del suono

 

Il suono, che udiamo mercè le orecchie e i centri acustici corticali, è limitato a un solo piano di percezione. Se le onde sonore esistono sul piano cosciente, devono esistere pure su piani più sottili. L'orecchio umano ha una gamma di percezioni assai limitata. Gatti, delfini, pipistrelli e numerosi altri animali hanno, invece, un udito talmente fino da percepire frequenze non udibili dall'orecchio umano. All'elevarsi la frequenza, le nostre orecchie non vibrano più, benché il suono sussista.

Allo stesso modo, il respiro emette onde sonore che, anche se non si odono,        penetrano gli strati più profondi della coscienza. Più il respiro s'affina, più, cresce la frequenza del suono. Esso viene percepito dal subconscio, poi dall'inconscio e, infine, dal superconscio in cui diviene suono trascendente. Siamo incapaci, normalmente, in quanto incoscienti di queste regioni psichiche, di percepirvi i suoni. I centri cerebrali interessati non sono, infatti, attivi.
Ma divenuti in grado d'esplorare il subconscio, i suoni

che vi si manifestano ci divengono udibili. Ugual principio s'applica alle vibrazioni inconscie e trascendenti.

Per cui, gli antichi Rishis, gli Yoghi che, tramite meditazione, potevano raggiungere piani di coscienza profondissimi, coglievano suoni prodotti dalle vibrazioni più frequenti. Prima d'arrivare allo stato trascendente, udivano il suono che s'accompagna a inspiro ed espiro, hamsohamsoham.

Il suono esiste pure come Turiya, ma non c'è psiche individuale che lo possa percepire. E questo il suono con il quale l'Universo vibra, la vibrazione di AUM. Nell'inconscio, è il suono Hamso. Il velo fra Ham (Shakti - Jiva individuale), 

e So (Shiva - Coscienza cosmica) dilegua al dileguare i limiti della psiche individuale. Il suono del respiro è perciò un legame tra le esperienze ordinaria e trascendente.

 

Il Mantra del respiro

Quale relazione c'è fra Mantra e respiro? Un Mantra è più che una vibrazione sonora. La parola Mantra ha due radici: man, che significa contemplazione e tra, che significa liberare. Il Mantra del respiro, a percepirlo, fornisce alla coscienza l'energia necessaria per uscire dai limiti della psiche.

La radice man significa anche riflessione (manana). Il Mantra conduce perciò a liberarsi tramite la riflessione, e il processo si attua con il respiro. Attraverso la riflessione sul suono che produce, il respiro diventa cosciente e la psiche s’assorbe in tale manifestazione. Allora, la coscienza si stacca dal mondo sensoriale e s'unisce alla vibrazione sonora sul piano più profondo dell'intelletto.

 

Lo Yantra del respiro

 

Liberarsi dall’intelletto, affermano le Upanishad, la coscienza sì, libera anche del Samskaras e del Karma.

Che rapporto dunque c'è fra intelletto e Karma?

Ciascuna esperienza legata ai cinque organi di senso e ai cinque organi d'azione è custo­dita nel subconscio e nell'inconscio sotto una forma geometrica chiamata Yantra o archetipo. Visione d'un oggetto, percezione d'un odore, gioia, tristezza, sono esperienze custodite in parvenze simboliche, come le molecole di DNA sono una rappresentazione completa della struttura genetica.

Tale immagine simbolica particolare si chiama Yantra. il respiro ha per esempio i suoi Mantra (la vibrazione, acustica) e Yantra (immagine simbolica). Ripetere il Mantra sul respiro conduce l'intelletto sul piano subconscio e poi, inconscio. All'assorbirsi la coscienza negli strati profondi dell'intelletto e al liberarsi da ogni distrazione esteriore, lo Yantra del respiro si manifesta e diventa un'esperienza viva. La riflessione sullo Yantra consiste perciò a concentrarsi, finché l'intelletto raggiunga il punto finale d'illuminazione. Raggiunto questo punto, in cui lo Yantra si manifesta, avviene un'esplosione d'energia. Tale evento è riferito nei Tantra, che affermano come, all’unirsi nel nucleo i due poli di relatività (Shiva e Shakti, ossia Tempo e Spazio) si produce un esplosione da cui sgorga l’esistenza. Ciò può far pensare che la concentrazione sullo Yantra del respiro conduca alla cosiddetta «esperienza d'esplosione».

 


 

Yantra per la meditazione - Nepal; XVIII secolo

 

 

Concentrazione dell'intelletto

 

Concentrarsi sul Mantra o lo Yantra del respiro è uno dei metodi più efficaci per condurre all’introversione una psiche agitata.

Il processo comprende quattro tappe: introversione (Pratyahara), concentrazione (Dharana), meditazione (Dhyana) e, finalmente, trascendenza (Samadhi).

Le quattro tappe rappresentano la distanza fra i due poli, psiche e percezione. Durante Pratyahara i poli tempo-spazio si cominciano a separare dalla percezione cosciente normale.

In Dharana, raggiungono punti opposti, in Dhyana, si cominciano a riavvicinare, e in Samadhi, si fondono nel nucleo.

Allora l’esplosione si produce, l’attenzione al Mantra è lasciata alla realtà dell’intelletto finito, e la coscienza esce dall'esperienza individuale limitata, rappresentata da Soham, per tuffarsi nell'esperienza cosmica di Aum.

 

 

Swami Satyananda Saraswati

 

Hari Om Tat Sat ”



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