Bhakti è un termine sanscrito che nella filosofia induista indica un concetto
difficilmente esprimibile nella nostra lingua. La traduzione più comune è
"devozione" (a Dio); tuttavia, se si vuole ricercare il significato
esatto del termine, è importante notare che la tradizione orientale presenta
un concetto di “devozione” più ampio rispetto alla cultura occidentale.
Pertanto il termine Bhakti non può trovare una trasposizione fedele, se non
nell’espressione "Amore verso Dio".
Una persona che pratica la Bhakti è definito Bhakta.
Scrittori, teologi e
filosofi induisti hanno distinto nove forme di Bhakti, come ad esempio nel
Bhagavata Purana; mentre il Narada Bhakti Sutra (scritto da autore
sconosciuto) ne identifica undici forme, basate sui differenti tipi di
relazione che il devoto può assumere verso Dio.
Al Bhakti Yoga (la filosofia della pratica della Bhakti)
è dedicato il capitolo 12 della Bhagavad Gita, uno dei Testi Sacri induisti
più diffusi e venerati.
Nonostante alcuni elementi della Bhakti fossero presenti
già nell’India Vedica, è durante gli ultimi 500 anni circa che si è
sviluppata nella sua interezza. Il Movimento Bhakti ebbe origine nel Tamil
Nadu e si diffuse lentamente verso nord, divenendo una caratteristica
intrinseca dell’Induismo.
Gli Alvar ed i Nayanar
introdussero il concetto di Bhakti come mezzo per raggiungere la salvezza.
La Bhakti è
considerata il cammino spirituale più veloce, efficace e facile durante il
Kali Yuga, l’era attuale.
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